“Sempre resistere
alle forze contrarie;
mai piegarsi,
evoca l’aiuto
delle divinità.”
Johann Wolfgang von Goethe
Ma il poeta tedesco é celebre anche per i noti “Viaggi in Italia”, dove dedica ampio spazio proprio alla nostra amata città, Napoli, dalla quale rimase letteralmente folgorato.
Napoli fu per Goethe, infatti, un importante spunto di riflessione, soprattutto per la ormai interminabile disputa tra Nord e Sud e sui luoghi comuni che questa continua a generare, come quello che “i meridionali non abbiano voglia di lavorare”.
Che Goethe fosse un genio ormai lo sappiamo tutti.
E non a caso, proprio riguardo alla “nullafacenza” dei meridionali ha detto:
“Si giungerebbe forse allora a concludere che il cosiddetto lazzarone non è per nulla più infingardo delle altre classi, ma altresì a constatare che tutti, in un certo senso, non lavorano semplicemente per vivere ma piuttosto per godere, e anche quando lavorano vogliono vivere in allegria.”
Il poeta tedesco aveva pienamente capito che non è vero che il napoletano sia meno laborioso del settentrionale, ma che semplicemente il clima partenopeo gli permette di avere più tempo per il riposo e per il godimento.
Ed io aggiungo: questo clima e le difficoltà quotidiane lo rendono sicuramente anche più ingegnoso!
Esempio pratico?
Carmine Cervone.
La lotta prima del traguardo
Poco più di un anno fa vi ho già parlato di Carmine (esattamente in questo articolo) e della sua lotta disperata nell’ottenere, insieme ad Enzo Falcone, uno spazio in cui poter aprire un museo della tipografia a Napoli (questo argomento lo puoi invece approfondire qui).
Come scriveva il grande Enzo Striano ne “Il Resto di Niente” nel descrivere le istituzioni napoletane, “o’ pesc’ fet’ ra cap”, e a Napoli puzza assai!
Dieci sono infatti il numero degli anni di lotte con la burocrazia – che ha sì ceduto ad Enzo Falcone due locali a Piazza Mercato per accogliere suddetto museo, senza però mai allacciare la corrente elettrica ed ostacolando, dunque, non solo l’apertura del museo, ma soprattutto la corretta manutenzione delle macchine, molte delle quali sono andate in avaria.
La domanda quindi a Carmine è sorta spontanea: “Ma mi state pigliando in giro?”
Probabile.
La politica italiana è maestra nel prendere in giro i suoi cittadini.
Carmine però non è italiano, è napoletano – e “ten’ a capa tost”!
Si è quindi rimboccato le maniche ed ha iniziato, autonomamente, la propria battaglia per l’ottenimento dello spazio di una chiesa abbandonata a via dell’Anticaglia, proprio poco distante dalla sua bottega, conclusasi poco tempo fa, con la cessione a Carmine da parte della curia di questo spazio a comodato d’uso – teoricamente per cinque anni, ma praticamente a tempo indefinito.
1 a 0 per Carmine Cervone
Nel precedente articolo che ho scritto su Carmine concludo:
“Ci vediamo presto Carmine: al prossimo caffè! Sono sicura che nel frattempo la tua testardaggine ti porterà lontano.”
A parte il fatto che mi piacerebbe che la mia intuizione mi facesse ogni tanto indovinare tre numeri al lotto 😅, è veramente una soddisfazione sapere che Carmine è riuscito, non solo in così poco tempo, ma soprattutto durante la crisi causata dalla pandemia da Coronavirus, ad ottenere il tanto sognato traguardo.
Un traguardo che non riguarda Carmine solo, ma Napoli tutta.
Una città che in passato primeggiava nel talento e nella quantità di botteghe tipografiche e che oggi, invece, continua ad essere messa in ombra e mortificata da un sistema che proprio non vuole mandare giù l’idea che Napoli sia un pozzo di genio e creatività.
Carmine ha bisogno anche di te
Per mettere in sicurezza la chiesa ed avviare i lavori di ristrutturazione, Carmine ha bisogno del tuo sostegno.
Come? Con il crowdfounding.
Puoi sostenere Carmine con un’offerta libera o scegliere tra le varie possibilità proposte – Carmine ti ringrazierà facendoti un piccolo regalo…
Scopri come andando su questa pagina.
Le foto appartengono a Carmine Cervone.
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